Lo scorso 1° dicembre 2024 entrava in vigore il nuovo Regulation on Export Control of Dual-Use Items, adottato dalla Repubblica popolare cinese, intervenendosulla normativa avente ad oggetto il controllo sulle esportazioni di beni c.d. “dual use”, per tali intendendosi i beni suscettibili di un’utilizzazione sia civile, sia militare.
Su questa linea, pertanto, veniva pubblicato dal Ministero del Commercio cinese l’elenco aggiornato dei prodotti che rientrano nell’ambito applicativo del nuovo Regolamento sopracitato. Il predetto elenco è predisposto sulla falsariga dell’Export Control Classification Number (ECCN) di cui all’Export Administration Regulations (EAR) statunitense ed introduce un nuovo sistema di classificazione alfanumerica che sostituisce i codici HS.
Le nuove restrizioni intensificano e consolidano la normativa cinese preesistente e di settore, coinvolgendo altresì i prodotti soggetti alle norme di “catch-all” di cui alla Export Control Law. Tali prodotti, pur non trovando espressamente elencazione all’interno delle liste, sono considerati “dual use” in ragione della loro destinazione ad usi finali determinati, i quali potrebbero costituire una minaccia avverso la sicurezza, la pace e gli interessi nazionali cinesi.
Si ritiene opportuno evidenziare che il Ministero del Commercio cinese si riserva la facoltà di qualificare discrezionalmente taluni beni quali aventi natura “dual use”, imponendo agli stessi dei controlli, ancorché temporanei.
Quanto alle licenze all’esportazione, il Regolamento de quo individua tre tipologie di autorizzazioni: singola (con validità annuale e per singole esportazioni), generale (con validità fino ad un massimo di tre anni e previo assolvimento di determinati oneri in capo alle società) ed il certificato di esportazione (chiedibile per la riesportazione ai fini della riparazione e nelle ipotesi di partecipazioni a fiere).
Oltre alle restrizioni di carattere oggettivo, il Regolamento in oggetto introduce altresì restrizioni di natura soggettiva. Invero, determinate entità e soggetti privati ovvero gli importatori e gli utilizzatori finali di Paesi terzi che dovessero tenere un comportamento ostativo nei confronti delle autorità cinesi in sede di controlli sull’utilizzatore o sulla destinazione finale dei beni, saranno listati.
Quanto alla portata extraterritoriale della normativa, il Regolamento potrebbe trovare applicazione anche rispetto ai beni “dual use” riesportati che siano di origine cinese e che, ancorché fabbricati all’estero, contengano o incorporino beni a duplice uso originari della Cina o siano stati fabbricati sulla base della tecnologia cinese.
Le implicazioni della normativa in parola sono ancora del tutto prognostiche, così come le risposte che opporranno i Paesi terzi alle restrizioni imposte.
Certamente, però, gli operatori economici sono richiesti di adempiere a diversi oneri, sintetizzabili come segue:
- Classificare le merci con il sistema alfanumerico;
- Operare il raffronto con l’elenco aggiornato di beni qualificati dal Regolamento cinese quali “dual use”;
- Incrementare ed affinare i processi di conformità dei prodotti nonché effettuare una valutazione attenta dei rischi;
- Presentare istanza per l’ottenimento della licenza, previamente individuando quella applicabile al caso concreto.
E’ necessario quindi che le imprese si attivino sin da subito per garantire la conformità alla normativa cinese, pena l’irrogazione di pesanti sanzioni amministrative pecuniarie, oltre alla confisca dei beni.
LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI E LA CONTRORISPOSTA CINESE
Expectandum erat, direbbero i latini!
Ebbene, la risposta degli Stati Uniti non ha tardato ad arrivare.
Numerose sono, infatti, le società cinesi del settore hi-tech (con particolare riferimento ai semiconduttori) che lo scorso lunedì 2 dicembre sono state listate e verso le quali sono state introdotte, in ragione di un asserito pericolo per la sicurezza nazionale statunitense, importanti limitazioni e gravosi divieti all’esportazione.
Tuttavia, niente scacco matto!
Pechino si prepara a rispondere bloccando l’esportazione verso gli USA di beni quali il gallio, il germanio, l’antimonio ed altri metalli che assumono un ruolo cardine nell’industria della difesa, qualificandoli, pertanto, come beni “dual use”.
Trattasi di materie prime di fondamentale importanza nell’ambito di diverse tecnologie, tra cui la produzione di microchips, cavi di fibra ottica, celle solari, led, sistemi di difesa anche missilistica e rispetto alle quali la Cina riveste senz’altro il ruolo di principale produttore.
Il rieletto Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha già annunciato che le restrizioni verso la Cina saranno ulteriormente intensificate.
Cosa aspettarsi, dunque, quando il magnate americano sarà ufficialmente insediato (nuovamente) alla Casa Bianca?
I PROFESSIONISTI DI QVADRA
Siamo a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.